Reddito di cittadinanza: la "proposta" in italia, la "mappa" in europa

Il reddito di cittadinanza, quale strumento contro la povertà è una misura istituita in diversi paesi in Europa al fine di sostenere economicamente le persone che non hanno un reddito o che ce l’hanno ma è troppo basso per vivere dignitosamente.

Con il reddito di cittadinanza si garantisce ad ogni cittadino, quindi, una vita dignitosa, politiche per la ricerca attiva di un lavoro, percorsi di qualificazione e riqualificazione professionale, istruzione per i figli, accesso alle cure ed inclusione sociale.

Nei paesi europei si parla più prorpriamente di reddito minimo garantito mentre in Italia per effetto dell’eccezionale risultato alle elezioni politiche 2018 del Movimento 5 Stelle si parla ora di reddito di cittadinanza 5 stelle quale contributo universale riconosciuto a chiunque sia in età lavorativa avente un reddito al di sotto della soglia di povertà stabilita dall’ISTAT, ovvero, pari a 780 euro. Per chi è pensionato, spetta invece la pensione di cittadinanza.

Alla luce di queste importanti novità andiamo a conoscere nel dettaglio il Reddito di cittadinanza m5s requisiti.

Reddito di cittadinanza 2018: cos’è?

Che cos’è il Reddito di cittadinanza 2018? Il reddito di cittadinanza 2018, è una misura contro la povertà proposta dal Movimento 5 Stelle.

Fino adesso in Italia c’è stato il cd. reddito di inclusione, una misura di sostegno economico riservato alle famiglie e ai cittadini che si trovano in una situazione di grande difficoltà economica e di esclusione sociale.

Il reddito di inclusione famiglie povere 2018, è però uno strumento con molti paletti, basti pensare che fino al 30 giugno 2018, la domanda per ottenere il REI può essere presentata solo dalle famiglie nel cui interno sia presente almeno:

  • un figlio minorenne;
  • figlio con disabilità (anche maggiorenne);
  • donna in stato di gravidanza;
  • disoccupato over 55 anni,

nonché dure regole da seguire con la sottoscrizione del cd. progetto personalizzato REI e l’attivazione di appositi percorsi obbligatori per i beneficiari tra i quali:

  • Mandare i figli a scuola e mantenere una performance scolastica adeguata;
  • Tutelare la salute dei ragazzi e dei bambini;
  • Impegnarsi nella ricerca attiva di un’occupazione, per velocizzare così il reinserimento delle persone disoccupate ed inoccupate all’interno della famiglia;

Il progetto REI, pertanto, non è una forma di reddito di cittadinanza o solo un aiuto alle famiglie disagiate, ma è anche una misura che garantisce l’inserimento sociale e lavorativo della persona disagiata.

Il reddito di cittadinanza 5 stelle, invece, è un sostegno economico che prevede l’erogazione tramite INPS, di un importo massimo di 780 euro, soglia di povertà stabilita dall’ISTAT, per tutti i cittadini che hanno un basso reddito, ed in questo caso spetta un’integrazione, o che non hanno un reddito ed in questi casi spetta la misura intera.

Vediamo ora come funziona il reddito di cittadinanza M5S.

Reddito di cittadinanza M5S: come funziona?

Reddito di cittadinza M5S come funziona? In base a quanto previsto dal Ddl presentato al Senato dal Movimento cinque stelle, vediamo come funziona il reddito di cittadinanza M5S:

– il reddito di cittadinanza è una misura finalizzata a contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale, a garantire il diritto al lavoro, all’informazione, all’istruzione, alla formazione professionale, alla cultura attraverso politiche finalizzate al sostegno economico e all’inserimento sociale di tutte le persone a rischio emarginazione.

– Il reddito di cittadinanza è istituito in tutto il Paese con l’obiettivo di contrastare il lavoro nero, il lavoro sotto pagato, il lavoro precario.

– Il reddito di cittadinanza garantisce al beneficiario, nel caso sia l’unico componente della famiglia, un reddito annuo calcolato secondo l’indicatore ufficiale di povertà monetaria dell’Unione europea, pari ai 6/10 del reddito medio equivalente familiare, che per l’anno 2014, data di presentazione M5S del disegno di legge, era quantificato in euro 9.360 annui e in euro 780 euro netti al mese.

– il reddito di cittadinanza spetta anche ai lavoratori autonomi, ed è calcolato sulla base del reddito familiare comprensivo del reddito da lavoro autonomo certificato da uno specifico professionista abilitato. Per l’imprenditore che ha chiuso la partita Iva a causa di una crisi aziendale irreversibile e certificata, è previsto l’accesso ad un piano di ristrutturazione del debito a 3 anni e l’imprenditore diventa beneficiario del reddito di cittadinanza.

– In caso di esito positivo alla domanda di reddito di cittadinanza presentata dal componente di un nucleo familiare comporta, per i componenti maggiorenni che costitutiscono lo stesso nucleo, il diritto a ricevere la quota loro spettante previa ottemperanza degli obblighi stabiliti dalla presente legge. 

– La quota del reddito di cittadinanza per i figli minori a carico spetta al 50% ad entrambi i genitori, fatte salve diverse disposizioni dell’autorità giudiziaria. 

– Il reddito di cittadinanza non costituisce reddito imponibile e non è pignorabile. 

Reddito di cittadinanza M5S a chi spetta?

A chi spetta il Reddito di cittadinanza M5S?

Secondo la proposta del M5S, hanno diritto al reddito di cittadinanza tutti i soggetti che hanno compiuto 18 anni di età che risiedono in Italia e che appartengono a una delle seguenti categorie: 

  • sono in possesso della cittadinanza italiana;
  • sono in possesso di cittadinanza di Paesi facenti parte dell’Unione europea; 
  • sono in possesso di cittadinanza di Paesi che hanno sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale. 

Il reddito di cittadinanza non spetta invece:

  • a tutti i soggetti che si trovano in stato detentivo per tutta la durata della pena. 

Reddito di cittadinanza m5s requisiti:

  • Aver compiuto 18 anni di età;
  • Essere disoccupati o inoccupati;
  • Avere un reddito di lavoro inferiore alla soglia di povertà in Italia, stabilita dall’ISTAT
  • Percepire una pensione inferiore alla soglia di povertà, in questo caso si parla di pensione di cittadinanza 5 stelle.
  • Per chi ha compiuto 18 anni e fino al compimento dei 25 anni di età: per ottenere il reddito di cittadinanza, occorre essere in possesso di:
    • qualifica o diploma professionale riconosciuto e utilizzabile a livello nazionale e dell’Unione europea, compreso nel repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali;
    • di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado utile per l’inserimento nel mondo del lavoro;
    • frequenza di un corso o percorso di istruzione o di formazione per il conseguimento di uno dei predetti titoli o qualifiche. 

Reddito di cittadinanza obblighi per i beneficiari:

Quali sono gli obblighi per chi beneficia del reddito di cittadinanza? Al fine di mantenere il reddito di cittadinanza, i beneficiari devono:

  • Se disoccupati: iscriversi al Centro per l’impiego;
  • Destinare almeno 8 ore settimanali alla comunità per progetti e lavori socialmente utili;
  • Frequentare corsi di qualificazione o riqualificazione professionale;
  • Comunicare all’INPS qualsiasi variazione di reddito;
  • Accettare obbligatoriamente una delle prime 3 offerte di lavoro pervenute.
  • Dedicare alla ricerca di un lavoro, almeno 2 ore al giorno;
  • Non recedere da un contratto senza giusta causa 2 volte in un anno.

Reddito di cittadinanza importi:

Quanto spetta di importo ai beneficiari del reddito di cittadinanza M5s?

  • Una persona da sola senza reddito, spettano 780 euro al mese;
  • Famiglia composta da 1 genitori + 1 figlio minorenni: spettano 1.014 euro al mese;
  • Famiglia composta da 2 genitori + 2 figli minorenni: spettano 1.638 euro al mese.

FONTE: https://www.guidafisco.it/reddito-di-cittadinanza-cose-come-funziona-a-chi-spetta-requisiti-1650


Reddito garantito:
1.300 euro al mese in Danimarca, 460 in Francia. La mappa

Mentre in Italia giacciono in Parlamento proposte di legge mai discusse, nel resto d’Europa sono in vigore forme di sostegno e sussidi non destinati solo ai disoccupati. Dal modello scandinavo all’esperimento francese, ecco come funzionano e quanto valgono. Ma il primato va all’Alaska (grazie al petrolio). In Brasile povertà dimezzata con il piano di Lula

L’ultima ad entrare nel club è stata l’Ungheria, nel 2009. Tutti gli altri paesi dell’Europa a 28 (tranne Italia e Grecia) hanno adottato da tempo forme di reddito minimo garantito per consentire ai loro cittadini più deboli di vivere una vita dignitosa, così come l’Europa chiede fin dal 1992. Strumento pensato per alleviare la condizione di insicurezza di chi vive al di sotto della soglia di povertà, in caso di perdita del lavoro il reddito minimo scatta quando è scaduta l’indennità di disoccupazione (che in Italia è l’ultima tutela disponibile) e il disoccupato non ha ancora trovato un nuovo impiego. Ma nell’Ue ne beneficia anche chi non riesce a riemergere dallo stato di bisogno nonostante abbia un lavoro. Negli ultimi anni la tendenza generalizzata, secondo il rapporto The role of minimum income for social inclusion in the European Union 2007-2010 stilato dal Direttorato generale per le politiche interne del Parlamento Ue, è stata quella di razionalizzare i vari sistemi, cercando di legare più che in passato il sostegno a misure per rafforzare il mercato del lavoro in modo da creare occupazione e ridurre il numero dei beneficiari. Ma il reddito minimo continua ad assolvere alla sua funzione: quella di ultimo baluardo garantito dagli Stati contro l’indigenza.

DANIMARCA – il sistema danese è tra i più avanzati del continente ed è basato su un pilastro principale: il Kontanthjælp, l’assistenza sociale. Il sussidio è tra i più ricchi: la base per un singolo over 25 è di 1.325 euro (escluso l’aiuto per l’affitto, che viene elargito a parte), che arrivano a 1.760 per chi ha figli. I beneficiari che non hanno inabilità al lavoro sono obbligati a cercare attivamente un’occupazione e ad accettare offerte appropriate al loro curriculum, pena la sospensione del diritto. A differenza della maggior parte degli altri paesi, il sussidio è tassabile. E se ci si assenta dal lavoro senza giustificati motivi, viene ridotto in base alle ore di assenza. Fino al febbraio 2012, poi, esisteva lo Starthjælp, letteralmente “l’indennità di avviamento ad una vita autonoma”, il cui contributo minimo era di 853 euro: il beneficio è stato abolito in un tentativo di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema.

GERMANIA – In Germania lo schema di reddito minimo è basato su 3 pilastri: l’Hilfe zum Lebensunterhalt, letteralmente un “aiuto per il sostentamento“, un assegno sociale per i pensionati in condizioni di bisogno (Grundsicherung im Alter) e un sostegno ai disoccupati con ridotte capacità lavorative (Erwerbsminderung). Dal 1° gennaio 2013 il contributo di primo livello (il più alto) è di 382 euro per un singolo senza reddito. Sussidi per l’affitto e il riscaldamento vengono elargiti a parte, come le indennità integrative per i disabili, i genitori soli e le donne in gravidanza. Lo Stato pensa anche alla prole: 289 euro per ogni figlio tra i 14 e i 18 anni, 255 euro tra i 6 e i 14 anni, 224 euro da 0 a 5 anni. La durata è illimitata, con accertamenti ogni 6 mesi sui requisiti dei beneficiari, a patto che chi è abile al lavoro segua programmi di reinserimento e accetti offerte congrue alla sua formazione. Ne hanno diritto i cittadini tedeschi, gli stranieri provenienti da paesi Ue che hanno firmato il Social Security agreement e i rifugiati politici.

REGNO UNITO – Oltremanica il reddito minimo è garantito da un complesso sistema di sussidi basati sulla “prova dei mezzi”, la misura del reddito dei richiedenti. LIncome Support è uno schema che fornisce aiuto a chi non ha un lavoro full time (16 ore o più a settimana per il richiedente, 24 per il partner) e vive al di sotto della soglia di povertà. Il sostegno ha durata illimitata finché sussistono le condizioni per averlo e varia in base ad età, struttura della famiglia, eventuali disabilità, risorse che i beneficiari hanno a disposizione: chi ha in banca più di 16mila sterline non può accedervi e depositi superiori alle 6mila riducono l’importo del sostegno. Le cifre: i single tra i 16 e i 24 anni percepiscono 56,80 pound a settimana, gli over 24 arrivano a 71,70 (per un totale di circa 300 sterline al mese, pari a 330 euro, contro le 370 del 2007). Un aiuto dello stesso importo garantisce la Jobseeker Allowance, riservata agli iscritti nelle liste di disoccupazione: “Per riceverlo il candidato deve recarsi ogni due settimane in un Jobcenter e dimostrare che sta attivamente cercando lavoro”. Lo Stato aiuta chi ha bisogno anche a pagare l’affitto e garantisce alle famiglie assegni per il mantenimento dei figli.

FRANCIA – Esperimento di reddito modulare. A due diversi tipi di sostegno rivolti ai disoccupati, si è aggiunto nel 1988 il Revenu Minimun d’Insertion, sostituito nel giugno 2009 dal Revenu de Solidarité Active. Ne ha diritto chi risiede nel paese da più di 5 anni, ha più di 25 anni, chi è più giovane ma ha un figlio a carico o 2 anni di lavoro sul curriculum. Un singolo percepisce 460 euro mensili (in aumento dai 441 del 2007), una coppia con 2 figli 966 euro. E il sussidio, che dura 3 mesi e può essere rinnovato, aumenta con l’aumentare della prole. Perché il sostegno non si trasformi in un disincentivo al lavoro, il beneficiario deve dimostrare di cercare attivamente un’occupazione, partecipare a programmi di formazione e l’importo del beneficio è modulare: man mano che cresce il reddito da lavoro, diminuisce il sussidio, ma in questo modo il reddito disponibile aumenta.

BELGIO. Quello belga è un sistema rigido, ma generoso: 725 euro il contributo mensile per un singolo. Con l’inizio della crisi Bruxelles ha, inoltre, aumentato le tutele, adottando nel luglio 2008 per gli anni 2009-2011 l’Anti-Poverty Plan, un’ulteriore serie di misure per garantire il diritto alla salute, al lavoro, alla casa, all’energia, ai servizi pubblici. Inoltre il Belgio è tra i paesi che, con Germania e Danimarca, consentono di rifiutare un lavoro perché non congruo al proprio livello professionale senza vedersi sospeso il sussidio (idea affine a quella proposta in Italia da M5S e Sel): un meccanismo studiato per contrastare quella fascia di lavori a bassa qualificazione che prolifera in conseguenza dell’obbligo di accettare un impiego per non perdere il sostegno.
Irlanda. Anche quello irlandese figura tra i sistemi più generosi: 849 euro il contributo massimo per un singolo. E grazie al Back to Work Allowance nell’isola un disoccupato che intraprende un’attività lavorativa continua ad usufruire dei sussidi per diversi mesi dopo l’avvio del lavoro. Anche se si riprendono gli studi si può richiedere un sostegno al reddito grazie al Back to study Allowance. 
Olanda. I Paesi Bassi, invece, oltre ad avere un sistema di manica larga con singoli (617 euro il contributo mensile massimo) e famiglie (1.234 euro, sia che si tratti di coppie sposate che di coppie di fatto, con figli e senza) hanno messo a punto il Wik, una misura specifica per gli artisti, studiata per garantire una base economica a chi si dedica alla creazione artistica.
 
RISULTATI. Secondo uno studio commissionato dalla Commissione Europea basato sui report nazionali dello Eu Network of National Independent Experts on Social Inclusion, sono rari i casi in cui il reddito minimo “riduce sensibilmente i livelli aggregati di povertà”: “i paesi che meglio riescono ad elevare le condizioni dei loro cittadini più deboli verso la soglia di povertà sono Irlanda, Svezia, Paesi Bassi e Danimarca”. Svolge, invece, un ruolo importante “nel ridurre l’intensità della povertà”. 

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/24/reddito-garantito-1-300-euro-al-mese-in-danimarca-460-in-francia-ecco-mappa/673894/
di
 

 

Aggiungi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. i campi contrassegnati sono richiesti *